lunedì, Maggio 6, 2024

Femminicidio di Lorena Quaranta, confermato l’ergastolo in Appello per Antonio De Pace

lorena quaranta

E’ stata confermato anche in Appello l’ergastolo per Antonio De Pace, giudicato colpevole dell’uccisione della fidanzata Lorena Quaranta.

La Corte d’Assise d’Appello di Messina, presieduta da Carmelo Blatti, ha confermato la condanna emessa il 14 luglio scorso a carico dell’infermiere calabrese, che anche nel secondo grado di giudizio è stato dichiarato colpevole di avere ucciso la notte del 31 marzo 2020 a Furci Siculo la giovane Lorena.

La Corte ha deciso anche i risarcimenti ai genitori di Lorena (100mila euro) e ai fratelli (50mila) assistiti dall’avvocato Giuseppe Barba. La difesa di De Pace è rappresentata dall’avvocato Salvatore Silvestro.

Nell’udienza del maggio scorso la procura generale aveva invocato la concessione delle attenuanti generiche nei confronti del di De Pace, ma sono state respinte. Se concesse, De Pace avrebbe scongiurato l’ergastolo.

LA VICENDA

Il delitto di Lorena avvenne il 31 marzo 2020, in pieno lockdown, a Furci Siculo, dove i due vivevano e studiavano insieme.

Era stato lo stesso De Pace a chiamare i Carabinieri quella notte. Lorena era stata trovata senza vita, uccisa al culmine di una lite. Dopo aver colpito Lorena alla fronte con un oggetto, tramortendola, De Pace l’aveva immobilizzata e poi atrocemente soffocata. Per spiegare il raptus che lo aveva colto, l’infermiere aveva dato una “giustificazione” agghiacciante: uno stato d’ansia provocato dalla paura di essere stato contagiato dal coronavirus, cosa poi rivelatasi assolutamente infondata.

Dopo averla uccisa, tentò il suicidio tagliandosi le vene, riuscendo però a procurarsi solo ferite superficiali. Poi la chiamata ai carabinieri.

Lorena, originaria di Favara, frequentava l’ultimo anno della facoltà di Medicina e presto si sarebbe laureata. L’Università di Messina la proclamò dottoressa in Medicina e Chirurgia, con la votazione di 110 e lode. Una vita spezzata troppo presto.

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