sabato, Dicembre 14, 2024

Montagnareale: il consiglio a maggioranza rinvia il punto sull’adesione a “Messinacque” e ha bocciato il “nuovo corso idrico”

Montagnareale

Il comune di Montagnareale si inserisce nella scia di quelli che non intende aderire a Messinacque.

Ma c’è di più. Non solo il consiglio comunale a maggioranza, ma anche l’esecutivo hanno deciso di rinviare il punto e in una nota firmata dal sindaco Salvatore Sidoti, dal presidente del consiglio comunale Nunzio Milici e dal capogruppo di maggioranza Matteo Buzzanca, hanno comunicato le loro valutazioni, dicendosi preoccupati per gli effetti delle delibera posta in discussione.

Una situazione considerata illegittima, che evidenzia problemi e vizi soprattutto di legittimità, perché non si tiene conto del referendum del 2021 che ha dichiarato l’acqua un bene pubblico e di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionali alcuni articoli della legge alla base del provvedimento indirizzato ai consigli comunali e posto in votazione.

Non solo, ma si travisa la volontà dei sindaci che si erano espressi a favore di una società in house a totale partecipazione pubblica – com’era stato già ribadito dal sindaco di Ficarra Basilio Ridolfo, che però ha deciso di aderire a Messinacque e per il resto si nutrono perplessità sui futuri costi a carico dei cittadini.

Il consigliere comunale Rosario Sidoti, che lo scorso anno ricopriva la carica di sindaco, ha riferito in aula oggi come i sindaci soci dell’ati idrico avessero già approvato un atto di indirizzo per costituire una società a totale partecipazione pubblica.

Ecco perché la maggioranza consiliare di Montagnareale ha deciso di rinviare la proposta, inviando un documento al presidente della Regione, all’assessorato regionale energia e pubblica utilità e al commissario Ati idrico Messina che dovrebbe subentrare laddove i comuni hanno votato o votano contro la delibera di adesione a Messinacque.

La partita continua e con queste premesse, tra gli annunciati prevedibili ricorsi, si rischia che durerà per tanti anni, neutralizzando ciò che invece si doveva fare e presto: costituire una società di gestione in house completamente pubblica, ammodernare le reti idriche e abbassare i costi per i cittadini.

Facebook
Twitter
WhatsApp