sabato, Luglio 27, 2024

Frazzanò, non violò la sorveglianza speciale, assolto perchè il fatto non sussiste

tribunale patti

Secondo l’originaria accusa aveva violato per quattro volte la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, ma alla fine del processo è stato assolto.

E’ finita così la vicenda giudiziaria di un quarantatreenne di Frazzanò, che aveva riportato diverse condanne; a causa della pericolosità sociale era stato sottoposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Messina alla sorveglianza speciale di P.S. per 1 anno e 6 mesi. Gli era stato vietato in particolare di partecipare a riunioni pubbliche e di allontanarsi dal comune di residenza senza autorizzazione.

Secondo l’accusa l’uomo non aveva rispettato le prescrizioni ed aveva partecipato alla processione di San Lorenzo, al carnevale Frazzanese, si era allontanato dal comune di Frazzanò senza autorizzazione e in una occasione si era presentato in ritardo presso la stazione dei carabinieri di Mirto per i controlli.

Determinante, per l’esito del processo, è stato il dibattimento. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Nunziatina Armeli, ha controinterrogato i militari dell’Arma che avevano assistito e verbalizzato sui vari episodi a carico dell’imputato. E da queste deposizioni è emerso come il sorvegliato speciale avesse si partecipato alla messa ed alla processione, ma sotto la loro vigilanza ed era rincasato subito dopo. Poi, durante il Carnevale Frazzanese, si era limitato a percorrere la via principale del paese per raggiungere la propria abitazione senza unirsi ai manifestanti ed aveva pure giustificato il ritardo presso la caserma dei Carabinieri di Mirto.

Anche i testi della difesa hanno confermato le giustificazioni dell’imputato ed il difensore inoltre ha rilevato fra l’altro che partecipare ad un evento religioso è un diritto costituzionale e devono essere vietati solo i contatti che incrementano il rischio di pericolosità.

A questo punto, non sussistendo i presupposti della violazione della sorveglianza speciale, l’avvocato Armeli ha chiesto l’assoluzione e lo stesso ha fatto il pm Carlo Giorgianni, anche alla luce di recenti orientamenti della Corte di Cassazione. Il giudice monocratico del tribunale di Patti Giuseppe Turrisi ha assolto l’uomo perché il fatto non sussiste.

 

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