Il turismo delle radici, come aiutare i nostri migranti a riscoprire i paesi dei loro avi promuovendo il territorio e soprattutto i borghi minori, questo è stato l’argomento trattato nel “2° convegno internazionale Unicart turismo” svoltosi a Valona.
Tra i relatori anche il Colonello dei Carabinieri in quiescenza, Orazio Anania, di origini siciliane precisamente di San Filippo del Mela, ora direttore artistico dell’IPAAF, che ha relazionato la propria esperienza con un intervento basato sul turismo delle radici in divisa: grandi esempi nel mondo di Petrosino e Daniel Nigro.
Il convegno è stato una grande opportunità per tutti gli specialisti, accademici, studenti e professionisti, nonché per le istituzioni che si occupano direttamente o indirettamente delle tematiche citate.
Tanti i lavori di alto livello che hanno descritto concetti costruttivi, empirici, sperimentali o teorici non ancora pubblicati in precedenza.
UNICART durante le sue attività ha manifestato la sua natura di Think Tank e la necessità di concentrarsi su temi specifici. Uno di questi fenomeni è quello di esplorare con questo convegno scientifico internazionale, il “turismo delle radici”, ovvero quel fenomeno generato da persone che ritornano temporaneamente nei luoghi da cui sono partite, o da loro parenti e/o antenati rimasti.
Il turismo delle radici è un tema comune sia in Italia che in Albania, che è stato esteso con questa edizione a tutti i Paesi dell’Est Europa e del bacino del Mediterraneo.
Il convegno è stato patrocinato dal ministero della cultura e da quello del turismo albanese.
