martedì, Aprile 30, 2024

Uccise la figlia di 5 anni e inscenò il rapimento: a processo la madre Martina Patti

elena martina

La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per Martina Patti, la 24enne rea confessa dell’omicidio della figlia Elena, di neanche 5 anni.

La bambina fu uccisa con un’arma da taglio il 13 giugno 2022 e seppellita in un campo vicino casa, a Mascalucia. I reati contestati sono omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato. L’udienza, davanti al gip Stefano Montoneri, si terrà il prossimo 17 aprile.

LA VICENDA

Una vicenda davvero triste quella di Martina e della piccola Elena. La bambina fu trovata dai carabinieri sepolta in un campo di sabbia lavica a pochi metri dalla casa di Mascalucia dove la madre, viveva con Elena.

L’inquietante ritrovamento – la bimba era mezza nuda – avvenne dopo una lunga notte in cui Martina insisteva sul sequestro di persona avvenuto dopo che l’aveva presa dall’asilo. Ma era soltanto una messinscena, apparsa sin da subito poco credibile agli inquirenti. Nel corso nella notte, dopo l’interrogatorio il crollo della donna, che confessò di avere ucciso Elena, non spiegando però il movente. 7 coltellate, per porre fine alla vita di sua figlia. Poi, con pala e zappa, Martina Patti ha scavato una fossa. Il corpicino di Elena Del Pozzo era dentro cinque sacchi di plastica, seminterrato.

Martina Patti aveva solo 17 anni quando rimase incinta di Elena. I genitori avrebbero voluto che abortisse, ma la giovane fece di tutto per portare a termine la gravidanza. Una donna decisa e determinata, tanto nel dare la vita quanto nel toglierla alla sua creatura.

“Una donna fredda”, l’hanno definiscono gli inquirenti, che raccontano che la donna non ha mai mostrato segni di pentimento o commozione, ma solo tanto distacco.

Non è ancora chiaro il movente: una delle piste battute dai carabinieri del comando provinciale di Catania che hanno indagato è stata la gelosia nei confronti dell’ex compagno e padre di Elena, Alessandro Del Pozzo, 24 anni. Una rabbia che le sarebbe covata dentro al punto da portarla a premeditare il delitto. La piccola trascorse l’ultima notte a casa dei nonni paterni, che  si costituiranno parte civile nel processo. Restano da chiarire ancora tanti punti oscuri, di una vicenda che non avremmo mai voluto raccontare.

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