venerdì, Aprile 19, 2024

“Giornata Mondiale dell’Istruzione”, dalla Sicilia alla Lombardia: Giulia e Irene unite per rimarcare il diritto allo studio

D7C51D83-85B7-40F6-A01A-42505F1487FF

Si celebra oggi la “Giornata Mondiale dell’Istruzione”, istituita nel 2018 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Una giornata importante, che vuole rimarcare sempre più il diritto allo studio. Un diritto che dovrebbe essere di ogni cittadino del mondo.

Purtroppo ancora oggi si incontrano degli ostacoli in giro per il globo. Pensiamo, per ultimo alle donne afghane. Per rimarcare l’importanza dello studio, due professoresse dell’istituto comprensivo Anna Frank di Sesto San Giovanni, in Lombardia, hanno deciso di scrivere una lettera.

Si tratta di Giulia Lapoli e Irene Pozzi. Giulia è siciliana, più precisamente di Raccuja, mentre Irene è lombarda. Entrambe laureate con massimo dei voti ed impegnate nel sociale, sia nel Messinese che nel Sestese. Riceviamo e pubblichiamo.

“La giornata mondiale dell’educazione tratta dei temi che noi, in quanto pedagogiste, insegnanti, tecnici riabilitativi per disabili, sentiamo fortemente e particolarmente nostri sotto tanti aspetti. 

L’Assemblea Generale delle Nazioni unite ha proclamato il 24 gennaio “Giornata mondiale dell’istruzione”, per onorare il ruolo d’istruzione, fondamentale nella formazione dell’individuo come diritto cruciale e di sviluppo di una società sostenibile.

Il 24 gennaio diventa, quindi, un’ottima occasione per farci riflettere sul diritto alla studio.

Il diritto allo studio è riportato nell’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: “Ogni individuo ha diritto all’istruzione”. L’articolo 26 sottolinea come l’istruzione debba essere gratuita e obbligatoria almeno per quanto riguarda le classi elementari e ribadisce che le classi medie e superiori devono poter essere accessibili a chiunque.

L’istruzione, nel bene e nel male, ha subito un’evoluzione negli ultimi anni. Per esempio, la pandemia ha senza dubbio accentuato l’utilizzo dei dispositivi, strumenti tecnologici, per assistere alle lezioni da remoto, purtroppo, limitando così i contatti umani per favorire quelli virtuali.

L’istruzione, negli anni ha compiuto innumerevoli passi avanti, introducendo argomenti quali l’accessibilità agli studi e l’inclusività che abbraccia tutte le realtà umane.

Tutto ciò pur mantenendo, come ha sempre ribadito Maria Montessori, “l’identità psichica e intellettiva unica e irripetibile di ogni bambino che per questo, nel rispetto del proprio sviluppo, deve essere accompagnato nella crescita in modo da potersi esprimere liberamente”. 

Lo studio non è solo acquisizione di conoscenze specifiche o tecniche, ma è anche apprendimento di valori quali la tolleranza, la comprensione e la pace, fondamentali per diventare cittadini del mondo. 

Studiare è dunque un diritto fondamentale che, però, non viene sempre rispettato. Non mancano infatti le criticità, le diseguaglianze e i problemi ancora da risolvere. Di fatti, proprio un mese fa, abbiamo avuto l’esempio dello stato afghano che ha vietato nuovamente il diritto allo studio alle donne afghane. 

A noi tutto questo non è proprio piaciuto. Si tratta, dunque, di una chiara violazione del loro diritto all’istruzione. Riteniamo, in quanto professioniste ma in primis in quanto esseri umani e donne, che tali restrizioni impongano alle donne ed alle ragazze afghane di rimanere nelle quattro mura domestiche sottomesse.

Ribadiamo, l’istruzione è un diritto umano fondamentale! Escludere le donne e le ragazze dall’istruzione secondaria e terziaria non solo nega loro questo diritto, ma nega alla società afgana il beneficio dei contributi che le donne e le ragazze hanno da offrire, nega un futuro a tutto l’Afghanistan.

Inoltre impedire alle donne di lavorare oltre a rappresentare una discriminazione inaccettabile è una scelta stupida anche dal punto di vista economico che comportare una perdita economica, di un Paese che non naviga certo nella ricchezza, ma soprattutto perché la persecuzione di genere è un crimine contro l’umanità che andrebbe severamente punito.

La società dovrebbe impegnarsi, aprirsi ed interessarsi maggiormente a queste problematiche, soprattutto l’ultima tematica da noi trattata e non sottovalutarle, come spesso accade.

Le famiglie dovrebbero confrontarsi, creare delle solide relazione, prestare ascolto e documentarsi per un avvenire migliore dei nostri bambini e ragazzi. 

Come scrisse la cara e nostra ispiratrice Maria Montessori l’educazione è tale quando si configura come “aiuto alla vita che si svolge, non imposizione dall’esterno ma bensì FARO CHE ILLUMINA IL CAMMINO” inoltre è importante: Sapere, saper fare, saper essere…”

Dott.ssa Lapoli Giulia, Dott.ssa Pozzi Irene.

Facebook
Twitter
WhatsApp