mercoledì, Dicembre 11, 2024

Campobello di Mazara, perquisizioni a tappeto a caccia di informazioni e documenti di Matteo Messina Denaro

controlli carabinieri

A caccia del “vero covo” di Matteo Messina Denaro. Sono 3, sinora, gli immobili individuati a Campobello di Mazara dalle forze dei polizia, forse riconducibili alla ex primula rossa di Cosa Nostra. Tutti poco distanti l’uno dall’altro. Il primo, quello in vicolo San Vito sembra essere l’ultimo in cui U siccu avrebbe vissuto negli ultimi 6 mesi, mentre un altro appartamento, in via San Giovanni, sarebbe stata la residenza precedente. L’abitazione ora è vuota e in vendita, ma le ricerche all’interno vanno avanti anche con un georadar. A poche centinaia di metri, in via Toselli, in un’altra palazzina, dietro un armadio gli uomini del GICO hanno scovato una stanza di due metri per tre, una sorta di “archivio bunker”. Al suo interno, oltre a gioielli e argenteria, sarebbero stati trovati degli scatoloni vuoti. Sembra che non si possa escludere che subito dopo l’arresto di Messina Denaro, i suoi fiancheggiatori possano aver fatto sparire documenti o prove.

Ma nel comune del trapanese dove “U siccu” avrebbe trascorso l’ultimo periodo di latitanza, altre 4 abitazioni sono state perquisite e passate al setaccio. Tra queste la casa disabitata intestata alla madre del vero Andrea Bonafede, il 59enne di cui Messina Denaro usava l’identità, poi le abitazioni di un ex avvocato, una a Campobello di Mazara e l’altra a Torretta Granitola, sul litorale di Mazara del Vallo residenza estiva dell’ex professionista. Mentre gli specialisti dei reparti scientifici di polizia e carabinieri hanno scandagliato ogni centimetro degli immobili attenzionati, le forze dell’ordine continuano a cercare.

Nella casa di vicolo San Vito perquisito dai carabinieri è stata trovata un’agendina e un contenitore con appunti. Numeri e sigle da decifrare, dunque, su cui stanno lavorando gli inquirenti, ma anche una meticolosa contabilità. Pare che Matteo Messina Denaro abbia avuto un altro tenore di vita, da 10mila euro al mese, secondo le stime. Il boss di Castelvetrano, al momento dell’arresto, aveva in uso due cellulari. I due dispositivi saranno analizzati dai tecnici alla ricerca di informazioni utili.

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