domenica, Dicembre 15, 2024

Patti: in emergenza il pronto soccorso dell’ospedale “Barone Romeo”

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Mancano i medici e il pronto soccorso rischia di chiudere. E’ accaduto e accade all’ospedale “Barone Romeo” di Patti, ma la questione non può non essere allargata ai pronto soccorso dell’Asp e delle strutture sanitarie  siciliane.

Ma vediamo la situazione a Patti: l’organico del pronto soccorso prevede dodici medici; in servizio sono sette e devono coprire tre turni. Si è dovuto e si deve fare i conti con i pensionamenti e dunque nel reparto di emergenza-urgenza si vive con un’altra emergenza. Dovrebbe arrivare un altro medico e nulla si sa ancora dei bandi per i neolaureati.

Nel periodo estivo cioè adesso e prima a luglio, ad agosto, quando le criticità si moltiplicano e di conseguenza i tempi di attesa si allungano, c’è il rischio di arrivare al pronto soccorso, di aspettare anche molte ore e di non sapere quando arriverà il proprio turno. Inevitabile che a qualcuno saltino i nervi. E’ il minimo.

Una situazione paradossale ed esplosiva unita ai pensionamenti, alle richieste di trasferimenti, all’impossibilità di essere malati, perché c’è il turno da portare a termine, a cui il direttore sanitario del “Barone Romeo” Giovanni Merlo ha cercato di dare una soluzione, chiedendo ai primari dei vari reparti di affiancare un medico al pronto soccorso. Qualcuno ha detto si, altri, per questioni logistiche e anche comprensibili, hanno preferito defilarsi, perché i rischi di sbagliare sono altissimi e le denunce sono in agguato. Si sono fatti sentire anche i sindacati.

E la medicina territoriale? I medici di base? Sono stati coinvolti? Perché per il Covid sembra sia stata trovata la quadra per trovare personale ed in questo caso no? La campagna elettorale si occupa delle questioni legate alla sanità, alle ambulanze non medicalizzate, alle carenze di medici e ai rischi altissimi a cui vanno incontro quelli in servizio nei pronto soccorso?

Con una situazione di questo tipo, non dovremo meravigliarci se, tra una criticità e l’altra, dovessero decidere di chiudere, salvo, per miracolo, che la politica rimetta seriamente la sanità nella sua agenda; ma se non lo ha fatto a tempo debito, perché dovrebbe farlo oggi? Restiamo in attesa, come i pazienti dei pronto soccorso, arrivati ad un orario, senza sapere quando potranno ritornare a casa.

 

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