venerdì, Marzo 29, 2024

Barcellona Pozzo di Gotto: “Città Aperta” attacca l’esecutivo su un progetto del Pnrr e chiede modifiche per la Tari

barcellona

L’amministrazione Calabrò ha perso un’importante opportunità di intervento per la riforestazione urbana, prevista dal Ministero della Transizione Ecologica nell’ambito del Pnrr.

Avrebbe consentito la messa a dimora di alberi per contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, migliorare la qualità dell’aria, recuperare i paesaggi antropizzati e frenare il consumo di suolo anche per proteggere le città dal dissesto idrogeologico.

Così il movimento “Città Aperta” di Barcellona Pozzo di Gotto, che ha puntato i fari sull’esecutivo della città del Longano. La dotazione finanziaria per la Città Metropolitana di Messina era di oltre 4 milioni di euro e sono stati 9 i progetti presentati dai comuni di Messina, San Marco D’Alunzio, Oliveri, Librizzi, Castroreale, Santa Lucia del Mela, Motta Camastra, Militello Rosmarino e Villafranca Tirrena.

Nessuna traccia invece di Barcellona Pozzo di Gotto, ha proseguito il movimento, che avrebbe invece necessità di piantumare alberi sia per migliorare il paesaggio urbano che per proteggersi dal dissesto idrogeologico che già in passato ha flagellato la città.

Per il capogruppo di “Città Aperta” Antonio Mamì, il fiume di denaro del Pnrr passerà pertanto sopra la testa dei barcellonesi.

Dal Pnrr alla Tari: le tariffe così come presentate dall’amministrazione avrebbero comportato un aumento spropositato della tariffa per i nuclei familiari con un elevato numero di componenti.

Il movimento si è subito attivato sia per far rivedere il piano, riducendo le sperequazioni più evidenti, sia proponendo l’inserimento di una riduzione della tariffa per i nuclei familiari numerosi con un Isee basso e una casa di proprietà di metratura più modesta.

In occasione della modifica del regolamento, Città Aperta ha anche colto l’occasione di ripristinare le agevolazioni previste per i cittadini che conferiscono al CCR, ridotte sensibilmente (e inspiegabilmente) dall’amministrazione. Sarà ora il consiglio comunale a dire l’ultima parola.

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