venerdì, Dicembre 13, 2024

Operazione “Nebrodi”, verdetto d’appello per i riti abbreviati

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Assoluzione per Samuele Conti Mica per non aver commesso il fatto, esclusa un’aggravante e conferma della pena inflitta a Sebastiano Bontempo, non applicata la recidiva e rideterminata la pena per Giuseppe Marino Gammazza a 7 anni e 8 mesi di reclusione. Confermata per il resto la sentenza impugnata. Queste le decisioni della Corte d’appello di Messina riguardante l’operazione “Nebrodi” condotta nel 2020 dalla direzione distrettuale antimafia di Messina su truffe ai danni dell’Agea e sui riti abbreviati.

E’ stato confermato quasi del tutto quanto previsto la sentenza di primo grado emessa il 23 aprile dello scorso anno dal Gup del tribunale di Messina. Lo stesso per l’assoluzione a Giorgio Marchese e al notaio di Canicattì Antonino Pecoraro. Sebastiano Bontempo, Giuseppe Bontempo e Giuseppe Marino Gammazza, secondo quanto disposto ancora in appello, dovranno pagare alla Regione e al Parco dei Nebrodi le spese di costituzione in giudizio.

In primo grado furono disposti 24 anni per Sebastiano Bontempo, 10 e 8 mesi per Giuseppe Bontempo, 8 anni e 4 mesi per Giuseppe Marino Gammazza, 4 anni per Salvatore Costanzo Zammataro, 3 anni per Carmelo Barbagiovanni e 2 anni e 4 mila euro di multa per Samuele Conti Mica.

Il sostituto procuratore generale Adriana Costabile aveva chiesto la conferma delle condanne disposte per tutti gli imputati e la condanna anche di quelli che erano stati assolti in primo grado. Hanno difeso, tra gli altri, gli avvocati Alessandro Pruiti, Laura Todaro e Alberto Gullino.

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