Dal 2016 ogni cittadino maggiorenne ha facoltà di esprimere, in sede di rinnovo della carta d’identità, il proprio consenso o diniego alla donazione di organi e tessuti. Nessun obbligo, ma una scelta che ciascuno è libero di fare in modo consapevole, sapendo che chi è in attesa di ricevere un organo può contare solo sulla donazione per vivere.
Alla vigilia della Giornata nazionale della donazione di organi e tessuti, indetta per domenica 24 aprile, il Centro nazionale trapianti ha pubblicato il rapporto sui numeri delle dichiarazioni di volontà registrate nel 2021 negli uffici anagrafe dei 6.845 Comuni italiani in cui il servizio è attivo.
Tre le grandi città – quelle che superano i 100mila abitanti – la più generosa è Trento, dove l’indice del dono è di 70,26. Ma il comune italiano con il miglior risultato in assoluto è nel palermitano: Geraci Siculo, piccolo borgo incastonato nelle Madonie di appena 1.800 abitanti, in un anno ha scalato la classifica grazie a una storia di donazione che ha coinvolto la comunità locale.
Dietro l’indice raggiunto da Geraci, 91,84 (il più alto d’Italia) c’è la vicenda della piccola Marta Minutella, geracese di 11 anni scomparsa improvvisamente nel marzo 2021. I genitori della bambina, vittima di una leucemia fulminante, hanno voluto simbolicamente firmare il consenso alla donazione degli organi della figlia, nonostante il prelievo non fosse possibile per via della patologia che ne aveva causato la morte.
Testimonianza che ha colpito profondamente i concittadini: gli oppositori alla donazione sono passati dal 58% del 2020 al 4,6% dopo la morte di Marta, con l’astensione al 10,7%.
Tra le province siciliane, tutte in coda alla classifica, la migliore, all’83esimo posto, è Enna, con l’indice a 55,12, all’85esimo posto troviamo Messina, con un indice del 54,67.
Complessivamente la Sicilia è al penultimo posto tra le regioni italiane, sotto la media nazionale, ma con risultati in crescita rispetto al 2020.