giovedì, Dicembre 12, 2024

Cantieri nel palermitano, 190 mila euro di sanzioni, denunce e stop dell’attività imprenditoriale, controlli e sanzioni anche sul reddito di cittadinanza

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Sanzioni per 190 mila euro e sette cantieri edili irregolari. E’ l’esito di una serie di ispezioni da parte del nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Palermo.

In collaborazione con i militari delle stazioni del territorio palermitano, sono state effettuate in diverse aziende edili presenti nei comuni di Terrasini, Altofonte, Caccamo, Corleone e Prizzi. Sette cantieri sono risultati irregolari, sei lavoratori in nero o che presentavano irregolarità nel contratto di lavoro.

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In quattro casi è stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per le gravi violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Dodici tra datori di lavoro e committenti sono stati denunciati, a vario titolo, per violazioni delle norme di sicurezza basilari (ponteggi, quadri elettrici e recinzioni non correttamente installati, mancata formazione ed informazione dei lavoratori, mancata fornitura dei dispositivi di protezione individuale, mancata sottoposizione del personale a visite mediche obbligatorie).

Le sanzioni ammontano complessivamente ad oltre 190.000,00 euro.

In un’altra circostanza, sempre nel palermitano, i militari del comando provinciale della guardia di finanza di Palermo, in collaborazione con l’Inps, hanno individuato quattro persone di Prizzi, Godrano,  Roccamena e Palermo, risultati illecitamente percettori del reddito di cittadinanza.

In particolare è stato accertato che uno dei soggetti controllati, al momento della presentazione dell’istanza, aveva omesso di comunicare i redditi percepiti dal figlio allora convivente nonché l’esatto valore di alcuni cespiti di proprietà; inoltre, a seguito di variazione di domicilio del figlio, ha omesso di comunicare la variazione del proprio nucleo familiare che avrebbe determinato un Isee più alto

Un secondo soggetto aveva omesso di dichiarare che uno dei componenti il proprio nucleo familiare risiedeva stabilmente, su disposizione del Tribunale per i Minorenni, presso una comunità alloggio con retta a totale carico dell’assessorato regionale della famiglia e delle politiche sociali.

Per un altro ancora, di nazionalità ivoriana, oltre ad accertare la mancanza del requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due consecutivi, è stata riscontrato che, unitamente al figlio minore, risiede in maniera continuativa presso un centro per rifugiati e richiedenti asilo a totale carico dello Stato.

Infine ad un altro soggetto è stata contestata l’omessa comunicazione della variazione reddituale di un componente del nucleo familiare in quanto il coniuge, durante un controllo su strada, è stato sorpreso a svolgere un’attività di lavoro dipendente “in nero”.

Da qui la segnalazione alla Procura della Repubblica di Termini Imerese, l’avvio della revoca del beneficio e il recupero coattivo delle somme già indebitamente percepite, pari complessivamente a circa 21 mila euro. Il quarto soggetto è stato segnalato all’Inps per disporre l’immediata decadenza ed il recupero del beneficio indebitamente percepito ammontante complessivamente a oltre 3.500 euro.

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