venerdì, Dicembre 13, 2024

Italia Nostra: “Restaurate le toghe ottocentesche del Senato di Patti!”

toga rossa Senato

Si proceda alla catalogazione e al restauro delle preziose “toghe” di fattura ottocentesca – inizio XIX secolo –  appartenenti al “Senato “ di Patti, “dimenticate” da anni e oggi custodite, in maniera non idonea, insieme ad altri elementi di arredo facenti parte della  “Gala del Senato”, presso i locali dell’Archivio Storico, all’interno della Biblioteca del Comune di Patti, a Villa Pisani.

Questo il tenore della richiesta che Italia Nostra Presidio Nebrodi e la sezione territoriale dell’associazione hanno inviato al sindaco di Patti Mauro Aquino, alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina  e per conoscenza all’assessore regionale ai beni culturali Alberto Samonà. Si tratta di particolarissime  “toghe” di colore rosso e nero, costituite da livree, calzoni e gilet di fattura pregiata, alcune delle quali riportano lungo tutto il tessuto, nel bordo, una passamaneria con lo stemma del comune e che presentano, a causa dell’usura del tempo, numerose lacune nel tessuto.

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“Una testimonianza preziosissima di un momento storico di grande rilevanza  per la nostra città che deve essere salvaguardata,  tutelata e  che  merita  il giusto rilievo dall’amministrazione che ne è proprietaria. Di queste “ toghe” viene fatto esplicito cenno da Filippo Irato, che, nel suo libro, Patti nella Storia, edito dalla casa editrice Spes di Milazzo nel 1976,  così scriveva: Nel Parlamento generale del 10 luglio 1806, il re Ferdinando II concesse alla città di Patti il titolo di “Senato” e, quindi, nominò Senatori i Giurati, con diritto ad indossare la toga <<colle solite condizioni , che le spese ed il mantenimento non vadino a carico della povera gente e si paghino i diritti stabiliti per simili grazie, volendo, pertanto che tale grazia abbia il suo pieno effetto e che gli enunciati giurati vengano decorati col detto titolo di senatori e coll’onore della toga>>”.  “ Il diploma che sancisce le predette nomine, “ continua l’autore “ in originale, si trova conservato nel Libro d’oro del Comune  mentre in una teca posta nella Sala del Comune sono custoditi i costumi che i giurati, neosenatori, indossavano in occasione di solenni circostanze.”

Oggi quello che resta di tali  “ toghe”  ( almeno cinque tra rosse e nere) – prosegue la nota di Italia Nostra – non sono più custodite nella Sala Consiliare ma sono conservate presso la Biblioteca Comunale. Uno di questi costumi fa mostra di sé in un manichino nella sala dell’Archivio Storico, al piano superiore della stessa Biblioteca Comunale mentre alcune parti dei costumi, due gilet in particolare, si trovano custoditi in una vetrina, sempre nelle sale dell’Archivio Storico, insieme ad alcuni documenti di archivio. Gli altri costumi sono conservati a parte.

In considerazione del notevole valore storico costituito da tali beni per l’intera cittadinanza in quanto rappresentano una  testimonianza preziosa di un periodo storico di grande importanza per la città di Patti  che rischia di scomparire se non si interviene,  Italia Nostra Presidio Nebrodi e la Sezione Territoriale  dell’Associazione richiedono  al comune di provvedere al più presto al restauro conservativo delle storiche  “toghe”, di proprietà dell’amministrazione,  già tutelati ope legis, da attuarsi su autorizzazione  e sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza, al fine di garantirne l’integrità, il restauro conservativo, la corretta conservazione e una definitiva idonea esposizione.

Alla Soprintendenza, destinataria anche della nota di Italia Nostra, l’associazione  richiede di avviare un’opera di catalogazione di questi costumi, che deve essere attuata prima di  qualsiasi intervento di restauro conservativo degli stessi, sotto la sua supervisione e attuata da restauratori di tessuti professionisti.

L’Associazione,  conclude la nota,  invita, pertanto, l’amministrazione comunale ad attuare l’intervento di restauro  nel più breve tempo possibile anche in considerazione della precarietà, a causa dell’usura del tempo,  in cui attualmente versano i suddetti preziosi costumi che vanno al più presto recuperati e restituiti, ripristinandone l’antica bellezza, alla comunità pattese.

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