giovedì, Dicembre 12, 2024

Femminicidio Alessandra Musarra, l’ex fidanzato condannato all’ergastolo in primo grado

alessandra musarra

Il Presidente della Corte d’Assise di Messina, dott. Massimiliano Micali, nel pomeriggio del 18 giugno, ha proclamato la sentenza di condanna all’ergastolo a carico di Cristian Ioppolo, con l’accusa dell’omicidio della 29enne Alessandra Musarra, avvenuto il 7 marzo 2019 (data emblematica, in quanto il giorno che precede la festa della donna).

La giovane era stata trovata morta nella sua casa di contrada Campolino, a Santa Lucia sopra Contesse. Una morte terribile causata, secondo quanto emerso dall’autopsia, dalle ripetute percosse subite. Ad evidenziarlo, le ecchimosi riscontrate nella regione ascellare nonché la sub-lussazione della prima e seconda vertebra cervicale. Dalla tac è poi emersa la rottura dell’osso ioide che si trova fra il collo e la testa.

La camera di consiglio tenutasi oggi, 18 giugno 2021, ha dunque deciso per la più severa delle condanne, ritenendo fondate tutte le aggravanti contestate ed accogliendo la richiesta del pm Marco Accolla.

Il pubblico ministero, durante la requisitoria dello scorso 21 aprile, aveva detto: “in questa vicenda non c’è alcuna alternativa plausibile” a quanto è accaduto, e “non c’è nemmeno un’alternativa al massimo della pena in quanto ci troviamo di fronte ad un delitto connotato da inaudita crudeltà.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori alla base del delitto c’era la mancata rassegnazione di Cristian Ioppolo alla fine della relazione con Alessandra. Ioppolo, che si trova ristretto nel carcere di Enna, è difeso dall’avvocato Alessandro Billè che ha già annunciato il ricorso in appello.

A costituirsi parte civile nel procedimento c’era anche il centro antiviolenza “Pink Project” di Capo d’Orlando, rappresentata dall’avvocato Cristina Manfredi Gigliotti.
«Il femminicidio di Alessandra ci ha particolarmente colpito – dichiara la presidente dell’associazione antiviolenza, Maria Grazia Giorgianni –, in particolare perché il giorno dopo, a Capo d’Orlando, avremmo inaugurato la mostra “Com’eri vestita”, per lanciare un segnale importante contro la violenza sulle donne. Iniziative che evidentemente non sono mai sufficienti, perché siamo ancora costretti ad assistere a fatti di cronaca in cui le donne sono vittime. Abbiamo chiesto l’intitolazione di una strada ad Alessandra Musarra – continua Maria Grazia Giorgianni –, in quanto simbolo delle donne vittime di femminicidio, per ricordare gli obiettivi che avrebbe potuto raggiungere se il suo partner non l’avesse uccisa». 
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