«Basta! Non ne possiamo più di queste azioni di violenza delle motovedette libiche contro i nostri motopescherecci. Non è tollerabile che i pescatori siciliani debbano andare a lavorare nelle acque internazionali con l’incubo di finire arrestati, sequestrati o persino mitragliati, senza colpa alcuna. Il governo italiano apra finalmente un confronto serio e risolutivo con Tripoli. Non vorrei pensare che per Roma la legittima tutela di interessi economici con la Libia debba fare dei pescatori siciliani una sorta di carne da macello».
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, dopo l’attacco di ieri, subito dal peschereccio “Aliseo” della flotta di Mazara del Vallo, che era impegnato con altre due imbarcazioni in una battuta al largo delle coste di Bengasi. Il natante è stato mitragliato da una motovedetta militare libica. I colpi d’arma da fuoco hanno ferito il comandante, Giuseppe Giacalone.
L’assalto è avvenuto a 35 miglia a nord della costa di Al Khums, “all’interno della Zona di protezione di pesca nelle acque della tripolitana” come ha comunicato la Marina Militare intervenuta sul posto in soccorso con la fregata Libeccio.
Un tratto di mare definito “ad alto rischio” dalle nostra autorità. L’arrivo dell’unità militare italiana ha convinto i militari libici a rilasciare l’imbarcazione che ha subito fatto rotta verso Mazara del vallo.
L’arrivo in porto è previsto per l’alba di domani.
Le condizioni del comandante Giacalone, ferito lievemente anche alla testa da alcune schegge del vetro della cabina e medicato a bordo dai militari italiani, non destano preoccupazioni.