sabato, Dicembre 14, 2024

Patti – Sottrae 50mila euro dalle casse dell’ospedale, denunciato il 66enne addetto al ticket

peculato patti

I finanzieri del comando provinciale di Messina hanno scoperto l’infedeltà di un pubblico funzionario prossimo alla pensione che, in pendenza dell’imminente collocamento in quiescenza, secondo ipotesi investigativa, si appropriava di 50.000 euro contanti dalla cassa dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti.

L’attività di indagine, eseguita dagli specialisti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Messina, sotto il coordinamento del procuratore capo della repubblica di Patti Angelo Vittorio Cavallo, è stata rivolta alla verifica della corretta riscossione dei ticket dell’Asp di Messina ed ha riguardato tutte le fasi gestionali: dalla riscossione al trasferimento di somme agli istituti di credito, tramite i vettori autorizzati, alla corrispondenza dei documenti giustificativi riguardanti i versamenti destinati all’Azienda Sanitaria per l’effettuazione dell’attività di “riconciliazione” tra la raccolta ed i versamenti.

Più in particolare, le Fiamme Gialle della Sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo PEF di Messina, su delega del sostituto procuratore della Repubblica di Patti Alice Parialò, sulla base degli accertamenti svolti, hanno ricostruito come un dipendente di 66 anni dell’Asp, con il ruolo di cassiere dell’ospedale di Patti, ormai prossimo alla pensione, nella sua qualità di “riscuotitore“ addetto alla cassa ticket del presidio ospedaliero “Barone Romeo” di Patti, durante il 2019, contravvenendo alle istruzioni operative dettate dall’unità operativa complessa del settore economico finanziario e patrimoniale dell’Asp di Messina, violasse le procedure di riscossione e si appropriasse, indebitamente, di quasi 50 mila euro in contanti, omettendone la rendicontazione e la relativa consegna nelle casse ospedaliere e rendendosi così responsabile dell’ipotesi di reato di peculato.

Ormai scoperta l’indebita appropriazione dell’anticipata “buonuscita maggiorata”, il neo pensionato è stato costretto a restituire il maltolto, questa volta con bonifici tracciabili sul conto corrente dell’ASP di Messina, di cui l’ultima tranche nel recente dicembre 2020, ed ora dovrà chiarire alla giustizia le motivazioni dell’illecito comportamento tenuto.

Facebook
Twitter
WhatsApp