domenica, Dicembre 15, 2024

Musumeci: “80 siciliani su 100 dicono no al vaccino AstraZeneca”

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Un dato allarmante, che dà la percezione di quanto il caos degli ultimi giorni non abbia per nulla aiutato la campagna vaccinale in Italia.

“In Sicilia c’è l’80% di rinunce del vaccino AstraZeneca. Su 100 persone, 80 dicono di no”, ad annunciarlo è il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, che a Catania ha incontrato la stampa per fare il punto sull’emergenza Covid.

“E’ naturale – ha aggiunto – che la condizione di allarme sia particolarmente elevata, ma abbiamo il dovere di credere agli scienziati che dicono che è più pericoloso non vaccinarsi piuttosto che vaccinarsi”.

“Per poter uscire da questo tunnel e smetterla di dichiarare zone rosse c’è una sola soluzione: immunizzare con il vaccino anti-Covid la comunità siciliana ed è quello di cui ci stiamo occupando”, ha concluso.

Sfiducia anche in Puglia, dove una dose su due viene rifiutata. Va meglio in altre Regioni dove il piano vaccinale sembra tenere. Quello che preoccupa è pero la situazione nazionale e l’obiettivo fissato dal commissario Figliuolo di raggiungere le 500 mila somministrazioni al giorno entro fine aprile.

Va detto che il suggerimento di vaccinare con AstraZeneca gli over 60 è una raccomandazione e non un divieto. Alcuni under 60, dunque, potrebbero comunque ricevere il vaccino prodotto dalla casa farmaceutica anglo-svedese. Se la raccomandazione dovesse essere applicata in modo rigido, l’Italia potrebbe dover rivedere il suo piano vaccinale, visti anche i ritardi sulle consegne. Ciò significa che, se a ricevere AstraZeneca saranno gli italiani tra i 60 e i 79 anni, si stima che occorrerà rifare il piano vaccini per circa 29 milioni di under 60 (persone tra i 19 e i 59 anni).

Ad oggi, in Italia, sono poco più di 2 milioni e mezzo le persone nella fascia dai 60 ai 79 anni ad aver ricevuto almeno una dose. Nella nostra nazione sono oltre 13 milioni le persone che rientrano nella fascia d’età 60-79 anni che aspettano di essere vaccinate. Per farlo, considerando l’esigenza della doppia dose, servirebbero dunque più di 26 milioni di dosi.

Dosi che – secondo le previsioni diffuse dal piano vaccinale del generale Figliuolo – dovrebbero arrivare tutte nei prossimi sei mesi. C’è poi anche la questione della seconda dose. L’Italia ha deciso di continuare a vaccinare con AstraZeneca coloro che l’hanno già ricevuto anche durante la prima inoculazione. Strategia diversa invece in Francia, che per le seconde dosi opterà per un altro vaccino.

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