sabato, Dicembre 14, 2024

La testimonianza di Giuseppe, guarito dal Covid: “Grazie al personale del Policlinico di Messina”

scalisi

“Contrariamente agli stereotipi di inefficienza legati alla sanità al Sud, vi inoltro la testimonianza assolutamente positiva di mio padre che è stato recentemente ricoverato al Policlinico Gaetano Martino di Messina a causa del COVID19.”

Così scrive Domenica, figlia di Giuseppe Scalisi, ingegnere 68enne colpito dal virus nel mese di febbraio. Giuseppe, dopo la guarigione, ha scritto una lunga e accorata lettera di ringraziamento per il personale sanitario che lo ha curato. Una testimonianza che vale la pena di essere letta.

“È risaputo – scrive Giuseppe – che la sanità nel Sud Italia è spesso vittima di pregiudizio. Proprio con l’intenzione di mettere in discussione questo stereotipo di inefficienza e volendo ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini nel tragico momento che ho dovuto affrontare, vi racconto la mia esperienza vissuta lo scorso mese di febbraio presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Gaetano Martino di Messina.

Dopo qualche giorno di positività al virus COVID-19 e, di conseguenza, di scarsa capacità respiratoria, sono stato trasportato in autoambulanza al Policlinico e ricoverato nel reparto Coronavirus. Una volta lì, mi sono trovato dinanzi a quello che la maggior parte di noi conosce solo attraverso le immagini viste al TG o sui social.

Sin da subito, però, nel dramma, sono stato piacevolmente colpito dalla gentilezza e dalla professionalità del personale sanitario che si è preso cura di me e mi ha dato ogni giorno la forza e la speranza per andare avanti.

In una situazione così particolare di dolore e difficoltà, di distanze che sembrano incolmabili, tutti all’interno dell’ospedale hanno collaborato per far sì che io potessi tornare a casa, nonostante le mie pregresse patologie.

Mi riferisco ai tanti medici, infermieri, OSS, ma anche alla figura, importantissima, dello psicologo che quasi quotidianamente prestava servizio parlando con noi pazienti in reparto, incoraggiandoci nell’affrontare ogni sofferenza e soprattutto ascoltandoci. Non mi sono sentito mai solo.

È proprio vero che l’amore è la medicina più potente che esista.

Un sincero grazie a tutti loro!”

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