mercoledì, Aprile 24, 2024

Tortorici – La DIA sequestra beni al pregiudicato Vincenzo Galati Rando

Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

La DIA di Messina ha eseguito provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione di Messina, nei confronti di Vincenzo Galati Rando, cittadino di Tortorici, già coinvolto e condannato nell’operazione “Mare Nostrum”, quale affiliato all’associazione di Orlando Galati Giordano. All’uomo è stata sequestrata una villa sita a Torrenova e anche disponibilità finanziarie.

La misura ablativa scaturisce da un’articolata attività investigativa svolta dagli operatori della DIA culminata nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale a firma congiunta del Direttore DIA e del Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, Maurizio De Lucia, coadiuvato dal Procuratore Aggiunto Vito Di Giorgio.

Il lavoro degli investigatori ha fatto emergere la posizione di rilievo di Vincenzo Galati Rando, in seno all’associazione mafiosa tortoriciana. Un ruolo confermato, tra l’altro, da vari collaboratori di giustizia, come Orlando Galati Giordano, Ruggero Anello e Nicolò Pezzino, che hanno reso, in proposito, dichiarazioni concordi nel qualificare il ruolo rivestito dallo stesso.

Per Galati Giordano l’uomo si occupava delle estorsioni a Castell’Umberto. Anello invece ha affermato che lo stesso Galati Giordano, dopo l’omicidio del fratello Luigi, avesse
delegato lo stesso Galati Rando ad acquisire informazioni su alcuni appartenenti al clan dei Bontempo Scavo.

Inoltre, il ruolo di esattore svolto da Galati Rando per conto della criminalità organizzata di Tortorici, è stato veniva ribadito dal collaboratore Pezzino Nicolò, che ha precisato come l’uomo fosse sfuggito, nel 1991, ad un attentato in cui era invece stato ucciso un giovane che gli somigliava.

Inoltre, secondo un altro collaboratore di giustizia, Giuseppe Cipriano, l’omicidio non concretizzatosi dell’uomo era stato disposto dal clan dei Bontempo. I capi di quest’ultimo avevano infatti deciso di toglierlo di mezzo, in quanto lo consideravano come un esponente assai importante del clan contrapposto, capeggiato da “Ninu u’ssuntu”, ed esattore delle tangenti estorte ai vari imprenditori.

Negli anni successivi, Galati Rando è risultato coinvolto anche nella gestione del giro di prostituzione in tre frequentatissimi night club, come il “Dubai Night Club” di Caronia ed il “Dolce Vita” ed il “Deja Vu” di Torrenova.

Celandosi dietro le apparenze di circoli privati no profit, i titolari dei locali reclutavano donne, sia italiane che dell’est europeo. Nella successiva “operazione Pecunia”, Galati Rando veniva coinvolto, in concorso con altri soggetti, in un giro di prestiti a tassi usurari.

Da ultimo, anche altri collaboratori di giustizia, all’epoca gravitanti nell’organizzazione
mafiosa dei “Batanesi”, hanno confermato il ruolo rivestito da Vincenzo Galati Rando.

Carmelo Barbagiovanni lo individua come soggetto di Rocca di Capri Leone che gestiva un’impresa edile e favoriva i “Batanesi”, mentre il collaboratore Giuseppe Marino Giammazza, pur non riconoscendolo quale appartenente all’associazione mafiosa di riferimento, lo individua come colui che segnalava i cantieri da sottoporre successivamente ad estorsione.

L’attività di indagine economico finanziaria espletata dagli specialisti della D.I.A. ha
consentito di appurare come Galati Rando sia riuscito nel tempo ad incrementare il suo patrimonio attraverso il reimpiego di profitti illeciti, verosimilmente provenienti dai fatti penali, per taluni dei quali lo stesso è stato già condannato, pur non avendo redditi ufficiali proporzionati.

L’attività di indagine oggi è culminata con il sequestro della villa, sita in Torrenova e delle disponibilità finanziarie riconducibili all’uomo.

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