Sono sessantuno i rinvii a giudizio al 6 maggio prossimo al tribunale di Patti disposti dal gup Ugo Domenico Molina per l’inchiesta denominata “Pathology”.
Il giudice riunitosi ieri mattina a mezzogiorno in camera di consiglio, ha comunicato le sue decisioni in serata alle ore 21.00: il decreto di rinvio a giudizio, poi lo stralcio per la formazione di un fascicolo autonomo in relazione ad alcuni capi di imputazione e collegato a questo una sentenza di non luogo a procedere totale per alcuni indagati e parziale per altri, che restano pertanto nel processo. Sarà infine un altro gup a decidere sulla posizione di un altro imputato.
Gli indagati in origine erano stati 102, ad 82 fu prospettato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari dei sostituti procuratori della repubblica di Patti Alessandro Lia e Giorgia Orlando, che coordinarono le attività dei carabinieri e della guardia di finanza. Il gup è stato chiamato a decidere sulle imputazioni collegate a 73 imputati, mentre il rinvio a giudizio è stato disposto per 61. L’Inps si è costituita parte civile con l’avvocato Antonello Monoriti.
L’operazione scattò nel dicembre 2017; sono stati 117 i capi di imputazione relativi ai reati di associazione a delinquere, truffe all’Inps, falso, peculato, abuso d’ufficio e corruzione. Reati che si sarebbero concretizzati nelle cause incardinate davanti al Tribunale di Patti per il riconoscimento di pensioni d’invalidità ed altre misure previdenziali. Nell’operazione furono coinvolti in due blocchi anche avvocati, medici e funzionari pubblici, gestori di patronati e centri di assistenza fiscale e poi i beneficiari delle varie indennità. Furono trentatré le misure cautelari disposte a suo tempo e migliaia le intercettazioni dove sarebbe stato evidenziato il sistema che portò in avanti a scoprire un giro vorticoso di denaro.