mercoledì, Dicembre 11, 2024

Musumeci incontra i delegati della Wedding Industry: “In Sicilia assurdo un matrimonio con 30 invitati”

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Un comparto di inestimabile ricchezza che pretende equilibrio nelle restrizioni tra i vari settori produttivi o immediati e concreti ammortizzatori sociali per le imprese.

All’indomani dell’ulteriore Dpcm, pubblicato in Gazzetta domenica 18 ottobre, il movimento spontaneo, Italian Wedding Industry, insieme ad una delegazione di rappresentanti delle categorie della filiera degli eventi, tra cui AFPS – Associazione fotovideografi e professionisti siciliani; Catering e banqueting; Assoeventi-Confindustria; abiti da sposi e cerimonia; SI.WE.PA – Sicilian wedding planer assosiation e Federfiori – Federazione nazionale fioristi, ha ottenuto un nuovo tavolo di confronto con il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che, sin dal primo momento, ha mostrato sensibilità riguardo alle sorti del settore, fiore all’occhiello dell’identità dell’Isola.

“Confermo la mia posizione a sostegno del settore degli eventi e del matrimonio – dichiara il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – come ho già ampiamente comunicato a seguito della pubblicazione del Dpcm del 13 ottobre, che ha drasticamente limitato l’intera filiera, nel regolare svolgimento del proprio lavoro. Ritengo assurdo e irragionevole il limite dei 30 invitati ai matrimoni. Mi impegno a inviare a Roma una mia delibera di Governo, in cui vengano rappresentate le istanze delle migliaia di categorie coinvolte che, in meno di una settimana, hanno visto, di nuovo, sfumare le prenotazioni e tutto il fatturato dei prossimi mesi, mentre erano impegnate nel disperato tentativo di ripartire, con grande onestà e spirito di sacrificio, sulla base delle macerie create dalla prima ondata della pandemia”.

Un messaggio chiaro che riaccendere la speranza, il cui eco rimbomba nel lungo periodo di silenzio ed abbandono affrontato dal comparto, sin dall’inizio della pandemia da Covid-19. Oggi, all’alba di un nuovo periodo costellato da incertezza, IWI continua a rappresentare centinaia di migliaia di posti di lavoro, con intere famiglie ridotte sul lastrico.

“Le nuove norme hanno lasciato ad alcuni settori uno spiraglio di luce, ma soprattutto il tempo necessario per adeguarsi ai protocolli sanitari nella elargizione del proprio servizio – dichiarano Barbara Mirabella, Umberto Sciacca e Luca Damiani co-founder del movimento nazionale Italian Wedding Industry –. Chiediamo al governo centrale di consentire anche al comparto della event industry, impegnato da mesi nel riformulare gli assetti organizzativi delle cerimonie e degli eventi aggregativi, di dar prova del senso di responsabilità e del grande rispetto che nutre nei confronti della drammatica emergenza sanitaria in cui versa l’intero Paese. Già nei precedenti mesi, il movimento Italian wedding Industry, aveva avanzato numerose proposte come la ridefinizione degli spazi, con il supporto degli ordini professionali quali architetti, ingegneri e geometri. Con l’esperienza maturata in questi mesi, è stato mostrato come anche i catering e gli atelier da Sposa, possono evitare di fermarsi del tutto, offrendo il proprio prodotto ai clienti con il garbo e gli strumenti necessari per evitare il contagio. Tutte le categorie sono in grado di riorganizzarsi, basta averne la possibilità, all’insegna di un fondamentale principio: l’equità”.

“Si abbia il coraggio di dire lock-down” dichiarano i rappresentanti dei numerosi codici ateco e delle categorie aderenti ad Italian Wedding Industry, che auspicano vengano attivati subito ammortizzatori sociali concreti per rialzarsi e continuare a garantire sostegno economico a migliaia di professionisti.

Date le restrizioni che prevedono la presenza di soli 30 ospiti ai banchetti e che non garantiscono un minimo break even per la sopravvivenza degli imprenditori, il movimento chiede, tra l’altro: misure a sostegno degli affitti, a vantaggio dei locatari con l’obbligo di rinegoziare canoni affitto più bassi in proporzione alle riduzioni di fatturato subite; finanziamenti a fondo perduto; sospensione per un anno dei contributi sugli stipendi dei dipendenti; prolungamento della cassa integrazione (attualmente pagata fino al mese di giugno); “un anno bianco”, cioè di sospensione di ogni tipo di tassazione che, senza fatturato, non sarà possibile pagare, IVA inclusa; indennizzi sugli oneri di magazzino da calcolare sulle rimanenze degli acquisti relativi all’anno 2019/2020; tutela dei dipendenti stagionali, che a causa degli annullamenti degli eventi, rimarranno disoccupati per la stagione 2020/2021.

L’ambita attenzione che il movimento invoca, sottolineerebbe il riconoscimento, da parte del governo, del valore di tutta la filiera degli eventi, riconfermando il sostegno e la collaborazione ai tanti imprenditori che valorizzano il patrimonio del nostro Paese.

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