domenica, Maggio 5, 2024

Spaccio davanti alle scuole, 11 arresti a Palermo

spaccio Palermo

Nelle prime ore della mattinata, nell’ambito dell’indagine denominata “Cuncuma”, un centinaio di Carabinieri dell’Arma territoriale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal G.I.P. di Palermo, su richiesta di un gruppo di magistrati della locale D.D.A., coordinati dal Procuratore Aggiunto Dott. Salvatore De Luca, nei confronti di 11 soggetti (di cui 10 in carcere ed 1 ai domiciliari), ritenuti responsabili – tra l’altro – di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Le indagini, condotte dai militari della Stazione di Palermo Centro nel periodo giugno – novembre 2018, anche mediante attività tecniche, hanno consentito di acquisire decisivi elementi di prova nei confronti di un sodalizio criminale operante nel quartiere “Capo” di Palermo e di individuare in Benito Miccichè il promotore dell’organizzazione, che sovraintendeva alle complesse attività di gestione della piazza e riceveva i proventi dello spaccio.

Miccichè, arrestato nell’ottobre del 2016 per la rapina ad un agente di polizia fuori servizio in via Matteo Bonello (lui rispondeva soltanto di detenzione illegale di armi per cui è stato condannato in primo grado e in Appello a due anni) è uno degli undici arrestati di questa mattina dai carabinieri della stazione di Palermo centro per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.

“Il centro dello spaccio era piazza Beati Paoli e via Porta Carini – spiega il maggiore Carmine Gebiola, comandante della Compagnia Piazza Verdi – Abbiamo documentato un volume d’affari di oltre 150 cessioni al giorno con introiti di migliaia di euro. I sette pusher sulla strada 24 ore su 24 gestivano ogni tipo di droga, dalla cocaina all’hashish, dal crack alla marijuana”   

L’organizzazione, per come ricostruito dai Carabinieri, poteva contare su una copiosa schiera di “pusher” e “vedette”, che operavano con serrate turnazioni giornaliere, in sinergia con i responsabili operativi della “piazza” ai quali spettava la custodia del denaro provento delle cessioni di stupefacente ma soprattutto aveva la disponibilità di magazzini e garage, riconducibili ai membri dell’organizzazione, posti nelle immediate vicinanze della “piazza di spaccio”, dove poter occultare e stoccare lo stupefacente in modo tale da poterne disporre prontamente. Ad un semplice cenno del cliente, infatti, lo spacciatore si avvicinava per effettuare la cessione o, in base alla richiesta ricevuta, si appartava in un luogo adiacente e recuperava la droga.

Con l’operazione odierna viene decapitata una consorteria criminale che gestiva, con meticolosa organizzazione e rigido controllo del territorio, lo spaccio della droga senza curarsi di essere a ridosso di diversi istituti scolastici del quartiere “Capo”, uno dei più antichi e tradizionali rioni della città di Palermo.

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