mercoledì, Dicembre 11, 2024

Ottavo giorno di ricerche del piccolo Gioele, domani l’autopsia sul corpo di Viviana

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Viviana Parisi è entrata in autostrada a Milazzo è uscita allo svincolo di Sant’Agata Militello, per poi imboccare nuovamente la A20, ancora in direzione Palermo, venti minuti dopo, allontanandosi sempre di più da casa.

È su questo che adesso si concentrano gli inquirenti, che stanno cercando di capire cosa la donna abbia fatto in quei venti minuti. Perché è uscita a Sant’Agata? Cosa ha fatto? Il piccolo Gioele era con lei quando ha ripreso l’autostrada?

Tante le domande che si pone chi sta seguendo questa indagine, mentre contemporaneamente si cerca senza sosta il bimbo di 4 anni. L’ipotesi che il bambino fosse insieme alla madre dopo l’incidente, avvenuto in territorio di Caronia, non è l’unica, anche se al momento è quella prevalente.

Gli agenti stanno analizzando il tablet e il cellulare della donna, sono state acquisite le immagini di alcune telecamere di vidosorveglianza private e si sta battendo a tappeto la zona attorno allo svincolo autostradale di Sant’Agata Militello: acque reflue, pozzi e scarpate.

Il corpo di Viviana, ritrovato nel primo pomeriggio di sabato ai piedi di un traliccio dell’alta tensione, ad un chilometro e mezzo dal punto in cui la donna avrebbe scavalcato il guardrail per uscire dall’autostrada, è stato trasportato all’Ospedale Papardo di Messina, dove presumibilmente domani sarà eseguita l’autopsia.

Il fatto che il suo corpo fosse sotto un traliccio dell’alta tensione ha portato a pensare che possa esserci salita per lanciarsi nel vuoto, mentre si esclude che possa essere rimasta folgorata, anche se sarà solo l’esame autoptico a chiarire cosa sia successo a Viviana.

Restano ovviamente tante domande: perché Viviana si stava allontanando da casa? Qual è stato il ruolo svolto dal piccolo incidente in galleria? Dov’è adesso Gioele?

Pare che negli ultimi mesi Viviana fosse angosciata e confusa, soprattutto in quel tragico lunedì 3 agosto, quando è scesa dalla sua Opel Corsa dopo aver urtato in una galleria autostradale un furgone e, senza dire nulla, si è allontanata, percorrendo un sentiero sterrato nei boschi di Caronia, a oltre cento chilometri da casa, dove è stata ritrovata dopo cinque giorni, irriconoscibile e senza vita.

Discordanti le testimonianze di chi ha visto la donna quella mattina: «Sembrava da sola», hanno detto i due operai del furgone, più preoccupati a fermare il traffico, subito dopo l’incidente, per evitare il peggio.
«Abbiamo visto una donna scavalcare il guard rail con un bambino in braccio», avrebbero invece testimoniato un padre e un figlio che si erano fermati nella vicina piazzola di sosta.
Di loro si sono perse le tracce, ma quella testimonianza, per quanto indiretta e fugace, se fosse vera renderebbe il giallo di Viviana e Gioele un terribile rompicapo.

Sono settanta gli uomini e le donne, fra forestali, vigili del fuoco e poliziotti, comprese le unità cinofile, che stanno cercando Gioele nei boschi di Torre di Lauro e nei pressi dello svincolo autostradale di Sant’Agata Militello.

«Tutte le piste sono aperte», si è limitato a dire con molta prudenza il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che sta coordinando le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Messina.

Non ci sono certezze su nulla. Se non che quella mattina Viviana e Gioele sono partiti da Venetico in macchina. «Vado a Milazzo a prendere un paio di scarpe per il bambino», avrebbe detto la donna al marito. Da lì nessuno ha però più visto Gioele. Si sa che sono partiti da casa in mattinata, che a Milazzo non sono mai entrati in un negozio di scarpe, che Viviana ha invece imboccato proprio a Milazzo l’autostrada A20 verso Palermo e che è uscita al casello di Sant’Agata di Militello, settanta chilometri più avanti, senza pagare il pedaggio.

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