domenica, Dicembre 15, 2024

Duplice omicidio di Ucria, colpo di scena: la pistola era di Russo

A sinistra le due vittime, in alto Fabrizio ed in basso Antonino Contiguglia. A destra Salvatore Russo
A sinistra le due vittime, in alto Fabrizio ed in basso Antonino Contiguglia. A destra Salvatore Russo

È un colpo di scena a chiudere le indagini preliminari sul duplice omicidio di Ucria che la notte di ferragosto del 2019 sconvolse l’intera provincia. A seguito di una lite per un posto auto, il 30enne Salvatore Russo aveva ucciso il 62enne Antonino Contiguglia e il nipote 27enne Fabrizio.

Un ferragosto di sangue e follia, in un piccolo paese come Ucria, per una motivazione assurda come l’utilizzo di un parcheggio, rimasta in piedi anche al termine delle indagini preliminari. In conferenza stampa il procuratore Angelo Cavallo aveva parlato di una spedizione punitiva da parte dei cinque Contiguglia, che intorno alle 21 del 15 agosto si erano recati davanti la casa in cui Russo stava trascorrendo le ferie con la famiglia per chiedere un chiarimento sulla lite del giorno prima con Santino Contiguglia, minacciando Russo ed il cugino, Daniele Balsamo e chiedendo loro con violenza di uscire.

La prima ipotesi avanzata dagli inquirenti era che il paternese si fosse impossessato dell’arma durante una colluttazione, sparando poi i colpi mortali. I suoi legali avevano così invocato la legittima difesa, anche se l’ipotesi era subito stata esclusa.

Dall’informazione di garanzia ora però emerge che la pistola, una Beretta semiautomatica calibro 7,65, era di proprietà di Russo, che l’aveva acquistata nel 2017 da un romeno e la deteneva illegalmente. Nell’avviso di conclusione indagini si legge anche che tra il 14 e il 15 agosto, dopo la lite con Santino Contiguglia, Russo era tornato a Paternò a prendere l’arma.

Secondo la ricostruzione, Salvatore Russo avrebbe estratto la pistola dalla tasca dei pantaloni per sparare a bruciapelo e a distanza ravvicinata due colpi all’indirizzo di Antonino Contiguglia e Fabrizio Contiguglia, colpiti alla testa ed entrambi morti sul colpo. Subito dopo l’uccisione del figlio Fabrizio, inoltre, Vittorio Contiguglia avrebbe impugnato un coltello di 15 centimetri minacciando di morte Russo e Balsamo. “Io venti anni me li sono fatti ed altri venti me li faccio con piacere – avrebbe detto il 56enne –, vi vengo a prendere ovunque vi troviate, ve la faccio pagare, vi ammazzo”, gli avrebbe detto. Gli atti ora passano alla magistratura giudicante, che dovrà decidere se mandare o meno a processo i quattro indagati: Salvatore Russo, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio e tentato omicidio; Santino Vittorio e Salvatore Contiguglia per violenza privata in concorso. Ed inoltre, Vittorio Contiguglia dovrà rispondere del reato di minacce.

Russo è difeso dagli avvocati Enrico Trantino e Salvatore Liotta; Santino Giovanni Contiguglia dagli avvocati Luigi Gangemi e Giuseppe Bonavita e quest’ultimo assiste anche Salvatore e Vittorio Contiguglia.

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