venerdì, Dicembre 13, 2024

Nuove criticità al “Barone Romeo”: il caso sollevato da Cittadinanza Attiva

ospedale-patti

Tutti sperano che rientri, ma è già operativa la disposizione sull’accorpamento di medicina e geriatria-lungodegenza,  con dieci posti letto ciascuno e chirurgia vascolare e generale con sei posti letto ciascuno; si tratta di misure per fronteggiare l’emergenza al pronto soccorso all’ospedale “Barone Romeo” di Patti.

Non è servito a nulla l’accordo dei sei dirigenti dell’unità operative complesse – cardiologia, geriatria, dialisi, chirurgia vascolare, chirurgia generale e medicina –che aveva invece stabilito la possibilità che un medico di ogni unità sarebbe stato assegnato a turno al pronto soccorso; i dirigenti avevano dato la loro disponibilità e di fatto risolto il problema, fornendo più volte un elenco di medici per il pronto soccorso, senza bisogno di accorpamenti.

Il caso era stato sollevato venerdì della scorsa settimana dai rappresentanti di “Cittadinanza Attiva” di Patti Pia Cappotto e Pietro Materia, che hanno inviato una missiva al direttore generale dell’Asp di Messina Paolo La Paglia e di seguito a tutti gli altri responsabili dell’azienda sanitaria. “Cittadinanza Attiva”, consapevole delle conseguenze operative da ieri all’ospedale di Patti, aveva chiesto il perchè non venisse seguito lo stesso protocollo operativo all’ospedale di Taormina cioè medici operativi al pronto soccorso senza determinare accorpamenti e riduzioni. “Cittadinanza Attiva” ha chiesto i fatti e di andare dunque oltre le solite buone intenzioni: necessaria l’assunzione di personale per potenziare i servizi, acquistare apparecchiature idonee promesse e rinviate da anni.

Due annotazioni alla fine. Si spera, per come sono andate le cose, che questa vicenda si approfondisca in tutte le sue sfaccettature. Sia in consiglio comunale a Patti, dopo la richiesta della seduta urgente presentata dall’opposizione consiliare, come anche in ambito medico, dopo che, di fatto la direzione sanitaria ha azzerato l’accordo dei sei dirigenti medici che avrebbe consentito di impinguare i medici del pronto soccorso, ma senza conseguenze per reparti e posti letto.

 

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