Tra i tanti ritardi che stanno lasciando sul lastrico migliaia di lavoratori siciliani, c’è anche quello della cassa integrazione. Sono 130mila i siciliani che la attendono da oltre due mesi.
Oggi al danno si aggiunge la beffa, perché per superare l’impasse alla Regione si è aperto un tavolo con i sindacati ed a scatenare le polemiche è un bonus richiesto per i dipendenti regionali che si occupano di smaltire le pratiche prima di inviarle all’Inps. Un extra di dieci euro per ogni domanda. I sindacati siciliani si sono difesi spiegando che si tratta di misure previste dal contratto collettivo di lavoro regionale, la bufera però è stata inevitabile.
Soprattutto perché di fronte a questo blocco ci sono famiglie che hanno tirato avanti e che sono appese a quel via libera di una burocrazia che in questa emergenza ha mostrato tutte le sue falle. In questi giorni tanti hanno raccontato la loro disperazione. Soprattutto quei datori di lavoro che hanno cercato di aiutare come potevano i loro dipendenti. Ma oggi i soldi sono finiti per tutti.
“Al tavolo – accusa il capodipartimento Giovanni Vindigni – i sindacati mi hanno chiesto di riconoscere ai dipendenti un bonus di 10 euro per ogni pratica analizzata”. Ad attendere ci sono circa 130mila siciliani: alle 20 di domenica, infatti, all’Inps risultavano 9.666 lavoratori con la pratica analizzata a fronte di 139mila da soddisfare.
Il ministro della Funzione pubblica Fabiana Dadone annuncia un’ispezione in Sicilia: “Ho attivato l’Ispettorato del dipartimento per avere chiarimenti “in merito alla di ulteriori bonus retributivi, da parte dei sindacati dei dipendenti della regione siciliana, per lo sblocco delle pratiche sulla cassa integrazione in deroga”, scrive la ministra. “La Pubblica amministrazione in queste settimane, come ho più volte detto, deve essere motore della ripartenza del Paese. E non può permettersi di avanzare col freno a mano tirato”.