domenica, Dicembre 15, 2024

Sant’Agata Covid-Hospital, Mancuso: “Non permetteremo che l’Ospedale si trasformi in un lazzaretto”

Bruno Mancuso
Bruno Mancuso, Sindaco di Sant'Agata di Militello

Arrivano anche le prime reazioni politiche, Sull’individuazione dell’ospedale di Sant’Agata Militello come “Covid Hospital”. A scrivere una lettera, indirizzata a Musumeci, Razza e al Direttore dell’ASP Messina Paolo La Paglia, è il sindaco di Sant’Agata di Militello Bruno Mancuso. Di seguito il testo:

Ritengo opportuno rivolgere un appello con una lettera aperta al Presidente della Regione Nello Musumeci, all’Assessore ragionale alla salute, Ruggero Razza, al Direttore generale dell’Asp di Messina, Paolo La Paglia, ed a tutte la autorità competenti, a livello sanitario e politico.

Siamo in tempo di guerra e tutti dobbiamo essere pronti ad andare in trincea, ma è anche vero che nessuno può essere mandato al macello. Da settimane chiediamo attenzione verso il nostro territorio e ritengo che avere un presidio a nostra disposizione per fronteggiare una situazione così grave potrebbe essere utile a garanzia della popolazione stessa dei Nebrodi.   

Apprezzo quindi che ci sia, da parte dei colleghi e del personale sanitario tutto dell’ospedale un approccio non pregiudiziale ma propositivo. Io per primo da medico sono pronto a candidarmi per l’esecuzione dei tamponi. Il senso di responsabilità umano e la deontologia professionale di ognuno di noi ci dice che nessuno in questo momento può tirarsi indietro ma appare anche evidente che un provvedimento come questo deve essere accompagnato dall’adozione di ogni misura atta a salvaguardare la salute degli operatori e dei pazienti.    
Non consentiremo che il nostro ospedale si trasformi in “lazzaretto” né che il personale sia mandato al massacro.

Credo sia imprescindibile dunque, previa valutazione dell’idoneità dei locali, che nell’immediato l’ospedale di Sant’Agata venga dotato di dispositivi di protezione, strutture e strumentazioni tecniche che lo rendano un presidio qualitativamente efficiente, dotato di posti terapia intensiva o sub-intensiva e non un semplice ricovero, per fornire la dovuta assistenza ai pazienti  ed ovviamente che sia implementata la dotazione organica con professionalità mediche e paramediche idonee a garantire la gestione in sicurezza dell’emergenza e nello stesso tempo salvaguardare l’incolumità di tutti e controllare la possibile diffusione del virus.

Allo stesso modo, proprio per la funzione strategica di riferimento di questo presidio ospedaliero della popolazione del vasto bacino territoriale nebroideo, si ritiene che l’operatività di reparti d’urgenza, come ad esempio le patologie cardiologiche o il pronto soccorso, debbano, in ogni caso, essere salvaguardate.

Infine, altra preoccupazione è che la delocalizzazione, ancorché temporanea, di alcuni reparti possa trasformarsi in un preludio ad un’ennesima ed inaccettabile depauperazione del nostro ospedale. Su ciò dobbiamo necessariamente avere le garanzie che il nostro ospedale, alla fine dell’emergenza, tornerà più dotato e meglio strutturato di prima. Significherebbe fornire all’ospedale quelle strutture, ad esempio l’attivazione della terapia intensiva e la riapertura del punto nascita, che da tempo vengono giustamente reclamate dal territorio per un ospedale che, come evidentemente la stessa individuazione di Covid Hospital sottintende, è riconosciuto come centrale e strategico per questa fascia così vasta di territorio siciliano.

Senza il rispetto di queste condizioni il provvedimento sarebbe una scelta scellerata che non può essere accettata e che comunque dovrebbe essere oggetto di un confronto con i sindaci del territorio.”

Facebook
Twitter
WhatsApp