mercoledì, Dicembre 11, 2024

Gli studenti dell’ITIS “E. Torricelli”, incontrano a Palermo la fotografa Letizia Battaglia.

letizia Battaglia ed il gruppo di lavoro vedo sento parlo...

Il gruppo di lavoro : “Vedo, Sento, Parlo… Namasté Costituzione!” dell’ITIS “Evangelista Torricelli” ha avuto il grande onore di incontrare al Centro Internazionale di Fotografia di Palermo Letizia Battaglia, politica impegnata e fotoreporter riconosciuta a livello internazionale.

Un’occasione ideale per ammirare opere fotografiche di artisti internazionali e di ripassare visivamente la nostra storia e gli eventi sociali e politici del nostro paese. L’attenzione degli studenti è stata catturata subito da quelle struggenti e commoventi fotografie in bianco e nero, che hanno raccontato e raccontano gli anni cruenti dei delitti mafiosi. Tanta la curiosità e l’emozione da parte degli studenti dell’ITIS nell’interloquire con l’artista.

blank

Una mattinata di dialogo intenso che ha spaziato su vari temi, tra gli studenti e le studentesse e l’artista, per soddisfare la loro sete di conoscenza. Molte sono state le curiosità degli studenti e delle studentesse. Rita Lupattelli, Cono Genova Marco, Sara Rizzo, Maria Bodanza, Aurora Gambitta, Giuseppe Presti e tanti altri/e hanno avanzato domande che riguardano la vita privata e professionale di questa grande artista, poco convenzionale e per niente conformista, testimone privilegiato della vita sociale, culturale e politica di Palermo, della Sicilia e dell’Italia intera.

Battaglia si racconta senza veli, parla del suo soggiorno a Venezia ed il periodo di depressione, le cure e la psicoterapia; del trasferimento a Milano, città che ricorda con piacere, ed il lavoro come free lance; del suo ritorno a Palermo, richiamata a lavorare al giornale progressista, “L’Ora”.

Durante l’incontro, simpaticamente racconta un aneddoto sulle difficoltà che affrontano le donne sul lavoro: “Quando a Palermo c’era un fatto di cronaca con un morto ammazzato, i fotografi maschi potevano passare senza nessun ostacolo, la barriera di delimitazione; a me qualche poliziotto me lo impediva, scostandomi con la mano. Ancora oggi mi urta quell’immagine della mano che voleva allontanarmi. Trovai un metodo per superare l’ostacolo: mi mettevo a gridare; allora per farmi tacere mi permettevano di passare e così conquistavo l’accesso. Devo dire che Boris Giuliano, capo della squadra mobile, ucciso poi dalla mafia, mi aiutò molto, tanto che ogni qualvolta che arrivavo sul posto di un crimine, la polizia mi faceva passare liberamente senza dover più strillare”.

Le studentesse e gli studenti hanno chiesto di come è arrivata a fare lo scatto del delitto Mattarella, immediatamente dopo la sparatoria. Racconta: “Con l’allora mio compagno, anche lui fotoreporter, Franco Zecchin, stavamo facendo una passeggiata nei paraggi di via Libertà, quando abbiamo visto una macchina appoggiata ad un cancello, all’inizio avevamo pensato ad un un incidente stradale. Ho tirato fuori la macchina fotografica ed ho cominciato a fare gli scatti senza riconoscere che l’uomo assassinato fosse l’allora Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella; sono venuta a saperlo soltanto poco dopo. Dentro quello scatto c’è tutto il dramma di una famiglia, si vede anche il fratello Sergio, attuale Presidente della Repubblica, che tenta di tirare fuori dall’auto Piersanti, che morirà poco dopo in ospedale. Una foto drammatica, scattata per caso. Un’immagine che narra con pathos gli anni delle guerre e dei crimini di mafia”.

Alla fine, Battaglia ha esortato gli studenti a leggere e ad avere punti saldi di riferimento, ad essere impegnati nei vari campi del sociale: dalla lotta alla mafia alla tutela dell’ambiente. “Bisogna agire sempre e credere, non necessariamente nella giustizia della legge, ma nella giustizia umana.

blank

Oltre ai corpi di giudici e vittime senza nome, attraverso l’obiettivo Letizia continua a fotografare per raccontare i suoi soggetti prediletti: bambine e giovani donne, ritratte come espressione di un futuro possibile.

Le docenti Gallo Mariangela, Dominga Rando ed il Vice-preside Salvatore Zenone, accompagnatori e curatori del progetto “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola”, hanno espresso soddisfazione per come è andato l’incontro. “Ricevere lezioni di vita da una donna che è stata la prima europea ad avere ricevuto il Premio Eugene Smith per la fotografia sociale a New York e The Mother Johnson Achievement for Life a San Francisco, è una grande occasione per i nostri giovani. Avere di fronte il personaggio che il “The New York Times” ha nominato tra le 11 donne più rappresentative del 2017 è a dir poco emozionante. L’aver dato questa possibilità ai nostri studenti fa sì che la scuola diventi una palestra di esperienze indelebili, dove la lezione frontale diventa puro nozionismo se non accompagnata da incisive esperienze di vita. Siamo convinti che la vera scuola è quella che crea ponti di conoscenza e alta cultura, senza retorica e pseudo-moralismi; e Letizia Battaglia è una maestra di grande esperienza”.

I prossimi incontri del progetto saranno, il primo con l’on. Francesco D’Uva, il 3 Febbraio 2020, la mattina presso l’ITIS “E. Torricelli”, per parlare della memoria dell’avv. Nino D’Uva, suo nonno, assassinato dalla mafia nel 1986. Il secondo, l’8 Febbraio 2020, sempre alla sede dell’Istituto, in Vallone Posta, per affrontare il tema della mafia dei pascoli e il protocollo di legalità, con il dott. Giuseppe Antoci. Ed infine il gruppo di studenti e studentesse andranno a New York, dal 17 al 22 Febbraio, per una visita all’ONU in occasione dei 20 anni dalla Convenzione di Palermo.

Facebook
Twitter
WhatsApp