giovedì, Dicembre 5, 2024

Sabato al Villino Liberty di Barcellona la mostra omaggio a Nino Leotti

Un'opera di Nino Leotti
Un'opera di Nino Leotti

“Omaggio a Nino Leotti nel centenario della nascita” è il titolo della mostra antologica che la Città Metropolitana di Messina, l’Amministrazione Comunale e la Pro Loco di Barcellona P.G. hanno organizzato in memoria dell’artista.

L’iniziativa sarà inaugurata alle ore 18 di sabato 30 novembre 2019 al Villino Liberty di Barcellona. Vuole essere un ulteriore omaggio ad uno degli artisti più fecondi del nostro territorio, cui la Città Metropolitana aveva già dedicato, nel 2012, una mostra nei locali della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera”, dove oggi è possibile ammirare il dipinto dell’artista “Paesaggio con carretti” , donato dalla famiglia Leotti alla Città Metropolitana di Messina, che fa oggi parte della prestigiosa collezione della struttura museale.

Le celebrazioni dedicate a Nino Leotti prevedono inoltre un convegno sull’artista, il 18 dicembre, alle ore 18, presso i locali del Villino Liberty, nel corso del quale verrà assegnata, a cura della famiglia Leotti, una borsa di studio di 2.000 euro destinata all’artista più meritevole della provincia di Messina.
La mostra su Nino Leotti sarà visitabile presso i locali del Villino Liberty fino al 31 dicembre 2019 dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 13,00 e dalle 15,30 alle 18,00.

Nino Leotti (1919-1993), nato a Barcellona P. G. da padre tenore lirico e compositore e da madre soprano, cominciò a dipingere da bambino.

L’amicizia con Renato Guttuso, Giuseppe Migneco e lo scrittore siciliano Beniamino Joppolo  fu fondamentale nella sua partecipazione al movimento artistico “Corrente”,  nato nel 1938, di cui fecero parte artisti quali Carlo Carrà, Giacomo Manzù, Francesco Messina e, tra i poeti, Salvatore Quasimodo.
Nell’immediato dopoguerra si trasferì a Milano dove lavorò a fianco di Giuseppe Migneco e frequentò i protagonisti del neorealismo pittorico tra cui  Renato Guttuso e Renato Birolli.  A metà degli anni cinquanta visse per alcuni anni a Roma e fece parte di  una cerchia di artisti e intellettuali tra cui Giuseppe Mazzullo, Stefano D’Arrigo  e Cesare Zavattini.

Nel 1959 tornò definitivamente nella sua Sicilia, partecipando da protagonista alla vita culturale messinese che faceva capo alla libreria dell’Ospe, di Antonio Saitta, il cui retrobottega venne trasformato nella Galleria d’Arte “Il Fondaco”, attorno a cui nacque l’ “Accademia della Scocca” di cui era membro insieme a personaggi della levatura di Salvatore Pugliatti, Vincenzo Palumbo, Salvatore Di Giacomo e dello stesso Salvatore Quasimodo.

Facebook
Twitter
WhatsApp