venerdì, Aprile 19, 2024

Barcellona, nuova aggressione alla casa circondariale

Carcere di Barcellona Pozzo di Gotto
Carcere di Barcellona Pozzo di Gotto

E’ intervenuto per sedare una lite tra due extracomunitari, detenuti nell’ottavo reparto della casa circondariale di Barcellona ed ha avuto la peggio; è dovuto infatti ricorrere anche alle cure del pronto soccorso dell’ospedale “Cutroni-Zodda”.

Per l’agente della polizia penitenziaria una prognosi di cinque giorni. E’ l’ultima aggressione in ordine di tempo che è stata evidenziata dalla federazione sindacale “Co.S.P.”; ha denunciato, rivolgendosi anche alle commissioni parlamentari, come gli agenti penitenziari subiscano “morsi, botte da orbi, lesioni e ferite frutto di continue aggressioni nelle carceri italiane”. Una situazione più marcata in Puglia, Basilicata e Sicilia, un lavoro sostenuto sempre sotto organico. Tra sabato e domenica almeno quattro sono stati gli agenti rimasti feriti nelle colluttazioni con i detenuti in carceri dove si registrerebbe un aumento di circa 62.000 persone contro una capienza di 54.000 posti letto. “Sicilia e Puglia sono le due regioni che non sembrano dare la possibilità di spegnere i riflettori sulle criticità e sulle violenze che subisce il personale della polizia penitenziaria, lasciato proprio nelle ore pomeridiane, serali e notturne senza direttore, senza comandanti e senza funzionari.” A Barcellona, ha denunciato ancora il sindacato “un assistente capo occupa ben sei postazioni contemporanee di servizi e svolge attività di capoposto e anche di sorveglianza generale.” Sempre nella struttura carceraria della città del Longano, in cui coesistono casa circondariale, casa lavoro, reparto per malati di mente e femminile, solo nell’ultima settimana, ancora aggressioni ai danni dei poliziotti “completamente sfasciata una cella del reparto e di tutti i neon dell’ottavo reparto e settanta detenuti psichiatrici lasciati al buio.” Una situazione generale che fa comprendere “il fallimento della chiusura degli ex opg sia sotto gli occhi di tutti e i poliziotti penitenziari subiscono sulla loro pelle le conseguenze, tra le richieste sindacali rimaste inascoltate.”

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