venerdì, Dicembre 13, 2024

Capo d’Orlando, ambulatorio odontoiatrico pubblico chiuso da oltre due mesi

Dentista-foto

Da oltre due mesi è sospesa, per inagibilità dei locali, l’attività dell’ambulatorio odontoiatrico di Capo d’Orlando per una buca apertasi nel pavimento; e così, a quello di S.Agata, chiuso da oltre quattro anni, si aggiunge anche la cittadina orlandina, lasciando senza assistenza nella branca le due più importanti cittadine del distretto di S.Agata Militello, causando gravi disagi all’utenza costretta a rivolgersi agli ambulatori privati con un notevole esborso di denaro; l’unico ambulatorio pubblico ancora in funzione è quello di Tortorici, difficoltoso a raggiungere per la scarsità di collegamento con servizi pubblici.

Siamo di fronte ad una presunta volontà di delegare importanti servizi dell’ASP a soggetti esterni, – afferma Pippo Calapai, segretario provinciale della Uil-Fpl -, nei giorni scorsi abbiamo denunciato la mancata copertura di posti di autisti di ambulanza ed il ricorso ad operatori privati; oggi, la chiusura di un ambulatorio con una notevole attività e punto di riferimento per tutti i Nebrodi; in passato, il guasto della Tac dell’ospedale di S.Agata Militello, per cui, per eseguire l’esame, gli assistiti sono stati trasportati in altri ospedali, prevalentemente con ambulanze private e costi esorbitanti per l’ASP. Abbiamo il timore di trovarci di fronte ad uno smantellamento del servizio sanitario pubblico che, come sindacato, non solo non condividiamo ma avverseremo in tutte le sedi. Ci auguriamo che l’Assessore regionale della salute fermi questa corsa all’esternalizzazione dei servizi o, comunque, ad un atteggiamento di benevolenza verso i privati e di accertare eventuali danni erariali“.

Di recente, l’ASP ha acquistato sette riuniti odontoiatrici ma nessuno di questi è destinato a S.Agata per consentire il ripristino dell’attività odontoiatrica.

“E’ una scelta paradossale, prosegue Calapai, privare  il P.T.A. del distretto di S.Agata Militello di una così importante branca specialistica e tale scelta, ove confermata, alimenterebbe i dubbi e le perplessità sulla volontà di salvaguardare la sanità pubblica.”

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