mercoledì, Dicembre 11, 2024

Torna a Naso la “Madonna col Bambino dormiente”.

Dopo circa cinque mesi, durante i quali era stata esposta a Palazzo dei Normanni a Palermo, in occasione della mostra “Pittori fiamminghi in Sicilia”, l’opera pittorica ascrivibile a Joos Van Cleeve (Anversa 1485 ca. – 1540) risalente ai primi decenni del Cinquecento, è tornata nella sua originaria collocazione: il Museo d’Arte Sacra di Naso, ubicato nelle sale sottostanti il Tempio di San Cono.

L’opera era stata infatti prelevata dal Museo di Naso, a fine marzo e trasferita, con sistemi sofisticati di sicurezza, a Palermo, affinché venisse esposta nella mostra, allestita in occasione delle iniziative correlate all’elezione di Palermo a Capitale della Cultura 2018.

Il 20 agosto è stata restituita alla Comunità di appartenenza, appena in tempo per i festeggiamenti del 1° settembre del Santo Patrono di Naso, San Cono Abate.

Tantissimi gli apprezzamenti dalle migliaia di visitatori che hanno anche avuto modo di ammirare alcuni Van Dick.

La dolcezza del suo viso, la delicatezza dei tratti, le tinte di chiara ed inequivocabile fattura fiamminga, hanno fatto sì che i riflettori venissero puntati sull’opera pittorica del Museo di Naso, che, a differenza dell’analoga Madonna col Bambino del Museo di Casa Professa di Palermo, si è rivelata in grado di rapire gli sguardi, non solo dei visitatori, ma anche dei critici d’arte per il suo eccezionale e singolare pregio.

Il Museo di Arte Sacra di Naso è pronto ad accoglierla in una diversa collocazione e in un diverso alloggiamento, progettato, di concerto, con la Soprintendenza dei BB. CC. di Messina e con il Direttore del Museo di Arte Sacra, in modo da conferire all’opera-simbolo dell’intera struttura museale, il rilievo e la centralità che le spettano.

Vale quindi la pena di venirla a vedere o rivedere nella sua nuova teca trasparente che permette di ammirarla, da tutte le angolature ed anche sul retro, data la peculiarità dei fregi riportati a tergo e dovuti al fatto che l’autore avrebbe, verosimilmente ed anche misteriosamente, utilizzato, quale tela, per dipingerne l’opera, l’anta di un armadio.

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