mercoledì, Aprile 24, 2024

Incendio al Santorini, arrestati due giovani di Venetico

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Sono finiti in carcere con l’accusa di aver dato alle fiamme il ritrovo “Santorini” di Monforte San Giorgio avvenuto il 29 dicembre. Luca Bertè 24 anni e Mirko Lupo 19 anni, entrambi di Venetico si sarebbero vendicati di uno “sgarro” avvenuto la sera precedente, quando sarebbero stati allontanati da una vicina sala da ballo, gestita dagli stessi proprietario del Santorino.
Sono le conclusioni cui è giunto il Gip di Barcellona, Fabio Gugliotta, che ha condiviso le indagini della Procura barcellonese e dei Carabinieri del comando provinciale di Messina.
Le indagini erano partite nelle ore successive il rogo che aveva provocato la distruzione di tutti gli arredi del Santorini, danni a tutte le pareti e la rottura di tutte le vetrate. Nel corso dell’approfondito sopralluogo i militari dell’Arma ritrovarono, all’interno dell’edificio, due taniche da 25 litri contenenti residui di liquido infiammabile, una mazza per carpenteria, verosimilmente utilizzata per rompere una porta secondaria di accesso al locale, un guanto ed un accendino mentre all’esterno vennero individuati un passamontagna, 2 paia di scarpe parzialmente bruciate ed indumenti contenenti tracce di sangue.
Non fu difficile, a quel punto verificare che presso il Policlinico di Messina, la stessa notte era stato ricoverato un giovane, successivamente identificato in Luca Bertè, con diverse ustioni agli arti inferiori e superiori. Le indagini dei carabinieri hanno così permesso di ricomporre l’esatta dinamica. La sera del 29 dicembre, Luca Bertè sarebbe penetrato nella sala ricevimenti che doveva aprire ufficialmente il 31 notte e avrebbe cosparso gli interni di benzina. A questo punto, Mirko Lupo, rimasto all’ingresso, non essendosi accorto che l’uscio era già cosparso di liquido infiammabile, appiccò il fuoco  provocando immediatamente l’incendio. Bertè, trovandosi intrappolato dalle fiamme fu costretto a fuggire riportando diverse bruciature. Il grave gesto sarebbe stato motivato da una “vendetta” per essere stati costretti, qualche sera prima, dal personale addetto alla sicurezza, ad allontanarsi dalla attigua discoteca “Manila” gestita dagli stessi proprietari del locale dato alle fiamme.

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